Quanto costano e quanto si risparmia
Perché installare un impianto ad uso sanitario ?
Attraverso l’energia solare possiamo supplire all’85-90% del bisogno pro capite di acqua per utilizzo sanitario domestico, ovvero per lavarci e lavare indumenti e stoviglie (gli elettrodomestici dell’ultima generazione prevedono la possibilità di utilizzare acqua preriscaldata).
Calcolare il risparmio annuale derivante dall’utilizzo di un impianto solare per il riscaldamento dell’acqua ad uso sanitario non è immediato essendoci in gioco diversi fattori tra cui alcuni (esempio le abitudini individuali) molto variabili; volendo affrontare un discorso “di massima” è possibile però stimare un risparmio pari a circa 170-220 m3 annui pro capite di gas, includendo in tale stima anche il risparmio derivante dal completo spegnimento della caldaia, fiamma pilota compresa, per il periodo tra aprile ed ottobre.
Tale risparmio, per una famiglia di 4 persone con un impianto a gas metano, si traduce in un risparmio effettivo pari a 410–520 euro all’anno, al netto di effetti sostanziali quali l’inflazione ed il consueto rincaro del prezzo del gas medesimo.A tale stima non è possibile non aggiungere, anche se difficilmente quantificabile in termini economici, il generale beneficio ambientale derivante dalla mancata emissione pari a circa 1640-2.100 kg di Co2.
Ma quanto costa un impianto solare di questo tipo?
Il prezzo di un impianto per la produzione di acqua calda ad uso sanitario domestico per una famiglia di 4 persone varia in funzione sia della quantità d’acqua desiderata sia della complessità di installazione dell’impianto medesimo; indicativamente i costi possono variare da un minimo di 3.900 € ad un massimo di 4’500 euro (1 pannello di circa 4 mq non piano ma sottovuoto, e accumulo da 200 lt).
Ciò significa che, ad esempio, se l’impianto è costato 4’500 euro, tenendo anche conto di inflazione ed aumenti futuri del combustibile paragonabili a quelli registrati negli ultimi anni, l’impianto potrà esse ammortizzato nel giro di 8-9 anni. Considerando, poi, la possibilità di chiedere una riduzione IRPEF del 65% così come previsto dalla normativa in vigore, il tempo di ammortamento si ridurrebbe proporzionalmente decrementando fino a 4-5 anni.
Perché installare un impianto per il riscaldamento domestico.
Le attuali tecnologie permettono di ottenere una copertura del fabbisogno energetico per riscaldamento domestico anche pari al 30%, ma occorre fare qualche necessaria premessa.
• Un impianto solare termico per il riscaldamento domestico si abbina tipicamente ad un impianto di riscaldamento funzionante a bassa temperatura, cioè un impianto costituito da pannelli radianti sottopavimento; ciò è dovuto al fatto che l’acqua è scaldata attraverso i pannelli solari ad una temperatura di circa 40-50 gradi centigradi. Alimentare attraverso un impianto solare di medie dimensioni un normale impianto di riscaldamento a termosifoni significa poter ottenere un risparmio potenziale pari a “solo” il 5-10%. I pannelli solari consigliati per questo tipo di applicazione sono del tipo “sotto vuoto” per assicurare un buon rendimento anche nei periodi invernali;
• Occorrono circa 9,8 metri quadri di pannelli solari per ogni 150mq di superficie da riscaldare;
• Occorre poter installare serbatoi di grandi dimensioni (800-1200 litri circa)
• Occorre disporre di un’abitazione ben coibentata.
Ciò premesso è verosimile fissare il costo indicativo di un impianto solare per il riscaldamento domestico di circa 150 metri quadri di abitazione attorno ai 9’800 Euro, tale costo comprende i pannelli solari ed il serbatoio di 850 litri; il risparmio stimato in presenza delle condizioni di cui sopra si aggira attorno al 30%. Ciò significa che, ad esempio, se l’impianto è costato 9.800 euro, tenendo anche conto di inflazione ed aumenti futuri del combustibile paragonabili a quelli registrati negli ultimi anni e ipotizziamo che il costo del riscaldamento si aggiri attorno ai 2.000,00 annui.
l’impianto potrà esse ammortizzato nel giro di 16 anni. Considerando, poi, la possibilità di chiedere una riduzione IRPEF del 55% così come previsto dalla normativa in vigore, il tempo di ammortamento si ridurrebbe proporzionalmente decrementando fino a 8 anni.
Vantaggi ambientali
Oltre ai potenziali vantaggi economici di cui abbiamo già trattato, non bisogna omettere i sostanziali vantaggi ambientali che la diffusione di tali impianti produrrebbe.Per quantificare tali vantaggi è possibile valutare la quantità di biossido di carbonio (CO2) emessa nell’atmosfera dai diversi modi comunemente utilizzati per produrre acqua calda (scaldabagno elettrico, caldaia a metano, pannelli solari).
Per inciso è utile ricordare che il biossido di carbonio e’ ritenuto una delle cause dell’eccessivo surriscaldamento del pianeta terra.Per produrre l’acqua calda necessaria al proprio fabbisogno, una famiglia di 4 persone con uno scaldabagno elettrico utilizza circa 8,7kWh elettrici al giorno. Per produrre 1kWh con una centrale termoelettrica si emettono circa 0,7kg di CO2, uno scaldabagno è, quindi, responsabile di circa 6,10 kg di CO2 ogni giorno.
Una caldaia a metano, invece, utilizza circa 1,64 metri cubi di combustibile al giorno per famiglia. Poiché nella combustione di metano si producono circa 1,96kg di CO2 ogni metro cubo, l’emissione giornaliera è pari a 3.21kg di CO2.
Con i pannelli solari non si ha nessuna emissione di CO2 né di altri inquinanti atmosferici come le polveri, gli ossidi di azoto e ossidi di zolfo. In ogni caso i pannelli possono essere usati anche ad integrazione del riscaldamento con ulteriore riduzioni delle emissioni del 30%.