L'efficienza energetica è un dovere morale
Telefono +39 348 4064686

Qualità edilizia, risparmio energetico e benessere abitativo

Oggi non basta dichiararli, bisogna garantirli, verificarli e certificarli

Qualità edilizia, risparmio energetico e benessere abitativo

Per avere una corrispondenza il più preciso possibile tra progetto architettonico e impiantistico ed edificio realizzato (o edificio ristrutturato) bisogna fare un passo in più.

Serve, oggi, in edilizia una competenza ulteriore, una professionalità specifica che curi a progettazione e la realizzazione in opera dell’aspetto energetico. O questa professionalità l’acquisisce il progettista/direttore dei lavori formandosi e rimanendo costantemente aggiornato altrimenti ci si deve appoggiare a professionalità dedicate che scelgono di specializzarsi nello specifico settore.

E’ un’evoluzione necessaria nella nuova sfida dell’edilizia, e interessa ogni elemento della sua filiera. Progettare e realizzare correttamente qualità, benessere termico, estivo ed invernale, e comfort; gli obiettivi viaggiano insieme.

Bisogna valutare le possibili opzioni a seconda dello specifico caso; conoscere caratteristiche, comportamento, lavorabilità e dettaglio di posa dei materiali che permettono buone prestazioni energetiche; conoscere i più validi sistemi costruttivi a disposizione, le tecnologie appropriate,  facendo molta attenzione alle specifiche ed agli accorgimenti previsti dai detentori dei vari sistemi impiegati; bisogna saper comunicare agli esecutori azioni, metodologie applicative e la corretta posa finora spesso lasciati alla buona tradizione e alla buona pratica, che si sono, però, formate in assenza di cultura e consapevolezza di benessere e contenimento energetico.

Per raggiungere un reale risparmio energetico e un reale benessere occorre preparazione e coscienza dell’obiettivo finale. Il cantiere, si sa, ha decine di variabili di carattere atmosferico, umano, burocratico, economico, etc. Gli obiettivi stessi, a volte, si devono ridefinire in itinere. Ma le soluzioni adottate in fase progettuale possono essere sostituite solo da soluzioni e sistemi di pari caratteristiche e prestazioni e non penalizzanti. Il rischio, concreto, e’ di vanificare le scelte progettuali anche se corrette.

Decidere, per esempio, di impiegare un isolamento a cappotto non garantisce automaticamente il rispetto dell’obiettivo energetico prefissato dal progettista architettonico, dal progettista termotecnico e dall’esecutore. L’utente finale, poi, si aspetta e pretende dagli attori coinvolti che il consumo dichiarato per mq espresso in kWh corrisponda ai consumi reali (in condizioni d’uso prestabilite).

Oggi bisogna costruire (o ristrutturare) edifici che garantiscano il miglior comfort abitativo possibile utilizzando gli impianti il meno possibile. Possibilmente, impiegando fonti energetiche alternative. Più l’involucro e’ performante, minore sarà il peso dell’impianto e minore il dispendio energetico. La temperatura che percepiamo e’ la media fra la temperatura della superficie interna dell’involucro e la temperatura dell’aria nell’ambiente.

Va da se’ che migliore sarà realmente (e non solo dichiarato su carta) la resistenza termica delle superfici disperdenti, maggiore sarà il comfort interno estivo ed invernale; minore sarà l’utilizzo degli impianti per garantire il benessere, minore il consumo di energia e minori le emissioni di CO2 in atmosfera.

Un involucro efficiente dal punto di vista energetico, progettato e realizzato con competenza, comporta solo benefici e costi aggiuntivi facilmente e rapidamente recuperabili.

Bisogna eliminare o correggere, nel progetto e nella realizzazione, i ponti termici.Una semplice negligenza o una banale dimenticanza in fase progettuale/realizzativa possono generare, un ponte termico. La presenza di un ponte termico che vari la temperatura di una superficie interna di oltre 3 °C compromette la sensazione di benessere generando un discomfort, aumenta la dispersione termica sia in estate che in inverno, e’ un punto critico per la formazione di condensa (e forse di muffa!), il più delle volte peggiora il comportamento acustico e compromette l’immagine dell’edificio. E’ quindi possibile fonte di controversia.

In termini di bilancio questo particolare si può trascurare ma in termini di flusso le conseguenze saranno più evidenti più l’edificio sarà isolato. Maggiore e’ l’isolamento termico del fabbricato e fondamentale diventa l’attenzione alla tenuta all’aria per prevenire migrazioni di vapore prima per convezione poi per diffusione. Anche in questo caso e’ quanto mai importante una approfondita       progettazione e contestuale posa in opera di un involucro che assicuri la tenuta all’aria e una corretta diffusione del vapore acqueo attraverso la struttura, con particolare cura dei punti critici.

Un’abitazione di 4 persone produce circa 6 litri d’acqua al giorno per traspirazione e attività in cucina. Se questa umidità non viene smaltita e se, in particolare, ci sono ponti termici c’è il rischio di condensa superficiale e di formazione di muffe.   Si ricorda che il D. Lgs 311/06 (All. I) prevede che non si possa formare condensa superficiale sull’elemento costruttivo ad una temperatura interna di 20 °C con umidità relativa del 65% (in assenza di un sistema di controllo dell’umidità relativa interna. Per cui ogni superficie interna che raggiunge una temperatura inferiore a 13,2 °C ad una temperatura interna di 20 °C non e’ consentita.

Se non c’è ponte termico non c’è condensa e non si formerà la muffa. E’ fondamentale in una progettazione o ristrutturazione che ricerchi qualità, benessere e bassi consumi energetici, l’attenzione al contesto climatico. Un’accurata scelta e posizione delle aperture trasparenti e dei sistemi e delle schermature necessarie per il controllo dell’irraggiamento solare diretto consente di sfruttare opportunamente gli apporti solari ella stagione fredda e minimizzare la loro influenza nella stagione calda (previsto dal D. Lgs 311, All. I). In maniera tale da garantire condizioni interne accettabili con un moderato consumo energetico.

Isolare bene la casa è il primo punto nell’agenda del progettista-costruttore-committente e solo in ultimo quando si sarà certi di consumare poca energia si ricercheranno le tecnologie impiantistiche più consone. Contrariamente a quanto, purtroppo, abbiamo fatto sino ad oggi occupandoci di più del tipo di caldaia che dell’involucro dell’edificio.

Marcarino Marco

 

Leave a Comment